
Serbatori West Nile in uccelli migratori, colpiti anche gabbiani

Rezza, "non abbiamo dati per capire come si muove l'infezione"
I serbatoi infettivi del virus West Nile sono gli uccelli migratori che ogni anno dall'Africa sub-sahariana arrivano in Europa, reintroducendo il virus, non a caso già negli anni passati ci sono stati focolai anche in Europa Centrale, in Romania; inoltre si infettano anche uccelli stanziali come corvi, cornacchie, gabbiani che a loro volta, poi, infettano le zanzare. È quanto riferito da Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che spiega: "il punto è che è difficile prevedere le dinamiche epidemiche perché bisognerebbe capire cosa succede agli uccelli, ma non abbiamo dati sufficienti per capire come si muove questa infezione". Tuttavia, sottolinea, l'indicatore migliore di cui tener conto resta la densità del vettore (la zanzara comune) e la prevalenza di positività delle zanzare. La prevalenza dell'infezione nel vettore non è attualmente molto alta, quindi l'opera più importante è controllare il vettore con disinfestazioni, zanzariere, repellenti, anche se è difficile controllare l'infezione laddove ci sono focolai già stabiliti. Ma non è così facile interrompere il ciclo di trasmissione, avverte. Per questo, sottolinea Rezza, anche se a livello nazionale non c'è allarme, la situazione nei focali va tenuta sotto controllo perché il virus non scompare da un momento all'altro; serve inoltre vigilare le aree contigue, anche perché l'estate è ancora lunga. Va detto però che il West Nile sta circolando come già negli anni passati in Italia, 'in estate un paese tropicale part-time' con densità di zanzare molto alta. "Se guardiamo la media di casi e decessi a livello nazionale - sottolinea Rezza - siamo in linea con gli anni precedenti; luglio è un mese in cui il West Nile fa molti casi, raggiunge un picco ad agosto e tende poi a diminuire". Ciò che cambia è la distribuzione dei casi: se per anni, dal 2009 è stata colpita soprattutto la pianura padana; ora c'è una estensione dei focolai e la comparsa di nuovi nel centro-sud (con 2 focolai attivi uno ad Anzio e Latina, uno in Campania), e pochi casi in Emilia Romagna e pianura padana". Anche i decessi purtroppo erano attesi sottolinea. La letalità resta nella norma. "Il punto è che si identificano i casi più gravi, che vanno in ospedale, per cui il tasso di letalità sembra più elevato". Insomma, cautela ma non allarme: "mi sembra che le due regioni coinvolte abbiano risposto prontamente, conclude.
N.Johns--TNT